La teoria dello scaffolding di Bruner
Da dove parte la teoria dello scaffolding e in cosa consiste
Bruner riprende il pensiero di Vygotskij sostenendo che i processi mentali hanno un fondamento sociale e che la cognizione umana è influenzata dalla cultura e dai suoi simboli, artefatti e convenzioni.
Di fondamentale importanza quindi sono le relazioni che il bambino stabilisce con chi si prende cura di lui e secondo Bruner il ruolo dell’adulto viene caratterizzato come scaffolding (letteralmente <fornire l’impalcatura>).
Dunque, in quest’ottica, lo sviluppo del bambino è garantito dalla guida di un adulto che assolve alla funzione di scaffolding e quindi struttura al bambino il compito che deve eseguire. Questo rappresenta il processo attraverso cui l’adulto “sostiene” il bambino, offrendo supporto nella soluzione dei problemi e calibrando tale sostegno al suo livello.
La presenza del care giver (ovvero dell’adulto di riferimento) è essenziale per il bambino piccolo, che basa tutta la sua esplorazione sulle persone che si prendono cura di lui. Fondamentali sono le attenzioni e le cure dei genitori che preparano il bambino a un’accurata e adeguata scoperta del mondo esterno.
Il sostegno delle persone di riferimento è la base per lo sviluppo di una personalità sana che si sappia adattare e che sappia interagire in maniera corretta con gli altri. L’interazione è un altro punto fondamentale per la crescita del piccolo che ha bisogno sia di persone più adulte e più esperte, ma talvolta ha anche bisogno del suo gruppo dei pari con cui confrontarsi e giocare.
Anche il gioco a volte si basa su un processo di scaffolding, ovvero di sostegno. Alcuni giochi richiedono la spiegazione di regole e limiti che il bambino deve apprendere e interiorizzare.
Il processo dello scaffolding è caratterizzato da due regole: quando il bambino fa fatica occorre aumentare l’aiuto, quando il bambino non ha difficoltà, l’adulto dovrebbe tirarsi indietro e lasciar fare in modo da far sperimentare al bambino soddisfazione ed autostima.
Le fondamentali procedure di scaffolding sono: semplificare il compito, suddividerlo in parti ridotte, attribuire al bambino la responsabilità delle fasi più semplici, dare dimostrazioni, fornire incoraggiamenti, adattare le istruzioni al livello di abilità dell’apprendista.
La narrazione in Bruner
Secondo Bruner, attraverso il linguaggio, in particolare attraverso la narrazione, è possibile tramettere al bambino le credenze ed i valori della cultura. In particolare la narrazione permettere di organizzare l’esperienza, di costruire e trasmettere significati.
Bruner afferma che i bambini entrano assai presto nel mondo della narrativa infatti i genitori usano costantemente i racconti e le narrazioni per introdurre i bambini e le bambine nella propria cultura, condividendo esperienze e conoscenze e permettendo ai bambini di diventare membri a pieno titolo della stessa cultura, acquisendo credenze ed atteggiamenti.
La narrazione, come il linguaggio, anche se si realizza secondo variabili proprie della cultura di appartenenza di chi racconta, sembra essere un modo di esprimersi universale, ossia un modo di organizzare e dare senso alla propria esperienza, modo che appartiene a tutti gli uomini, di qualsiasi cultura e di qualsiasi tempo[4].
Il sapere antropologico sottolinea però che ogni cultura possiede una propria modalità di narrare, ovvero un proprio uso dei sistemi di simboli, tra i quali il sistema più specifico è la lingua.
Dunque anche se la narrazione è considerata da Bruner universale, il modo in cui essa viene strutturata dipende dalle caratteristiche culturali di un popolo, dalla storia e dai modi di rappresentarsi, ma in qualsiasi tipologia di cultura essa rappresenta un potente strumento di socializzazione e di formazione.
La fabbrica delle storie. Diritto, letteratura, vita
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[1]C. Faliva, Tra normalità e rischio, Maggioli, Repubblica di San Marino 2001, p 28.
[2]Ibidem, p 29.
[3]Ivi.
[4]A.Vecchini, La narrazione come funzione della mente e come esperienza psicopedagogica, Morlacchi, Perugia 2004,p 25.
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[…] Per quanto riguarda l’origine della creatività possiamo ricordare il pensiero di un celebre autore, Damasio, il quale afferma che le prime istanze di creatività umana si trovano nelle iniziali strutture di aggregazione sociale in cui poter sperimentare e organizzare relazioni umane costruttive fondate su criteri di giustizia e solidarietà. Centrale diventa quindi il concetto di socializzazione durante l’infanzia. Cerchiamo di capire perché è così importante che il bambino interagisca con adulti e coetanei. Innanzitutto soltanto attraverso la socialità e l’interazione si possono sviluppare nuove potenzialità inespresse. Esiste infatti una distanza tra ciò che il bambino riesce a fare da solo e ciò che acquisisce grazie alla guida di un adulto a coetaneo più esperto. Per approfondire puoi leggere questi articoli La zona di sviluppo prossimale: una teoria di Vygotskij, La teoria dello scaffolding di Bruner: (le linee guida) […]