La teoria centrale delle emozioni di Cannon

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La teoria centrale delle emozioni: il cervello è il “centro”

Il neurofisiologo Cannon (1927) sostiene che il cervello è il centro da cui partono tutte le emozioni. Attraverso le sue ricerche sui gatti scopre che la risposta emotiva nasce dalla stimolazione di alcune zone profonde del cervello, più precisamente dai nuclei dell’ipotalamo. In parole semplici per questo scienziato la sensazione emotiva è avviata da un comando che parte da specifiche zone del cervello. Questo comando attiva la conseguente rappresentazione mentale (o percezione emotiva) e si determina una risposta fisiologica.

Il circuito di Papez: ipotalamo, talamo anteriore, giro cingolato e ippocampo

Successivamente il neurofisiologo Papez (1937) approfondisce questa tesi di Cannon collocando i centri di elaborazione e di controllo delle emozioni lungo il circuito di Papez. Il circuito di Papez è composto da ipotalamo, dal talamo anteriore, dal giro cingolato e dall’ippocampo.

Il neurofisiologo MacLean e il sistema libico: l’amigdala

Il neurofisiologo MacLean (1949) in seguito integra questo circuito identificando altre regioni, tra cui l’amigdala, che vanno a costituire quello che lo stesso autore chiama “sistema limbico”.

Per fare uno schema la Teoria Centrale delle emozioni parte dalla percezione dell’evento, il quale determina l’attivazione dell’ipotalamo e la conseguenza è la sensazione emotiva e la modificazione fisiologica.

Con la sua teoria centrale o neurologica Cannon, pur rimanendo legato all’origine neurofisiologica delle emozioni, sostiene che l’emozione ha origine nella regione talamica dell’encefalo ed è dunque di origine centrale.

Le strutture del cervello più importanti per le emozioni: ipotalamo e amigdala

Le strutture più importanti in riferimento alle emozioni sono l’ipotalamo e l’amigdala. L’ipotalamo coordina il sistema nervoso autonomo ed è la sede della regolazione centrale dell’ambiente interno dell’organismo. L’amigdala, invece, al centro della rete emozionale, è paragonabile a una specie di computer dell’emozionalità che prende i dati e li elabora.

Perché si chiama Teoria Centrale?

La Teoria Centrale delle emozioni di Cannon è chiamata così proprio perché indica nel sistema nervoso centrale la struttura in grado di controllare sia le modificazioni organiche correlate che l’espressione soggettiva dell’emozione. Nella genesi di un’emozione diventa determinante la percezione che l’individuo ha degli eventi che si manifestano nell’ambiente in cui vive.

L’esperienza dell’emozione, quindi, nasce da situazioni specifiche e dal modo in cui l’individuo percepisce quelle situazioni. Le emozioni sono pertanto risposte complesse dell’intero organismo. Si presuppone, quindi, un’interazione tra circuiti neurali, attivazione fisiologica, processi cognitivi ed un’esperienza soggettiva connotata affettivamente.

La critica di Cannon alla teoria periferica delle emozioni di James-Lange

Cannon criticò duramente la teoria periferica delle emozioni di James (puoi leggere La teoria periferica delle emozioni di James-Lange). Infatti, nel 1927, Cannon pubblica un articolo dal titolo “The James-Lange Theory: A critical examination and an alternative Theory”. In questo articolo Cannon fa un esame critico alla teoria di James-Lange e propone la sua teoria alternativa, ovvero la Teoria Centrale.

La contrapposizione dei due approcci: centrale e periferico

La ricerca attuale sulle emozioni considera la dimensione cognitiva come indispensabile nella produzione della reazione emozionale. Storicamente si sono contrapposti due approcci diversi a questa tematica. Il primo approccio è quello di James-Lange che considera le emozioni come effetto della consapevolezza di specifiche alterazioni corporee. Il secondo è quello della teoria centrale di Cannon, la quale sostiene che all’origine della risposta fisiologica che si accompagna ad un’emozione, vi è l’elaborazione centrale dello stimolo.

Una definizione condivisa di emozione la si delinea come un costrutto ipotetico composto da reazione neurofisiologica, espressione motoria (vocale, facciale, gestuale), sentimento soggettivo, tendenza all’azione e valutazione o elaborazione cognitiva.

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

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