La teoria periferica delle emozioni di James-Lange
William James (1884) cercò di formulare una sua teoria riguardo cosa fosse un’emozione. Proprio a questo proposito scrisse un articolo intitolato “Che cos’è l’emozione?”. In questo articolo sostenne che l’emozione non è altro che un insieme di modificazioni corporee che si verificano in risposta a uno stimolo emotivo. James avviò una collaborazione con un fisiologo (Carl Lange) con cui condivideva delle idee. Principalmente condividevano la teoria che le emozioni e le sensazioni fossero secondarie a stati fisiologici.
La collaborazione tra i due scienziati portò a formulare una teoria nota come “teoria periferica delle emozioni di James-Lange”. James propose che la percezione di quello che chiamava “evento eccitante” determinasse direttamente una risposta fisiologica. Successivamente l’interpretazione cognitiva di tale risposta era il fenomeno chiamato emozione.
James spiegò che le differenti emozioni riflettono le nostre interpretazioni di stati fisiologici diversi. Per esempio, non aumenta il battito cardiaco perché abbiamo paura ma abbiamo paura perché aumenta il battito cardiaco. Il punto centrale di questa teoria è che le diverse emozioni sono caratterizzate da stati fisiologici chiaramente distinguibili. Inoltre, Lange voleva ricondurre le origini delle risposte fisiologiche a particolari regioni del tronco cerebrale.
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