La nascita del cognitivismo in psicologia
Cognitivismo in contrapposizione al comportamentismo
Gli studi sul cognitivismo per quasi due decenni, dal 1930 al 1950, erano stati ignorati a causa del diffondersi delle idee sul comportamentismo di Wundt e i suoi colleghi. Infatti, tutti gli studi sulla mente e i processi mentali erano stati del tutto messi da parte.
Quindi, la psicologia cognitiva nasce in contrapposizione alle idee comportamentiste verso le fine degli anni 50, inizio anni 60.
Perché erano in contrapposizione cognitivismo e comportamentismo?
La contrapposizione tra queste due scuole di pensiero dipende dal fatto che la corrente cognitivista si occupava e si interessava di tutti i processi cognitivi come l’attenzione, la percezione, la memoria, il pensiero, il linguaggio ecc.; il comportamentismo aveva, invece, completamente ignorato tutti questi processi della mente focalizzandosi sulle influenze ambientali che condizionavano il comportamento.
Il termine cognitivismo quando nasce?
Il termine cognitivismo nasce per la prima volta nel 1967 con l’opera di Neisser “Psicologia cognitivista”, la quale sintetizzava la psicologia nascente degli anni 60.
Cosa studia il cognitivismo?
La psicologia cognitiva è una delle varie branche della psicologia che si occupa di studiare i processi mentali mediante i quali le informazioni vengono acquisite dal sistema cognitivo; queste informazioni vengono poi elaborate, memorizzate e recuperate.
Il cognitivismo, quindi, è un movimento della psicologia sperimentale contemporanea che si basa sul fatto che la mente umana funziona come un elaboratore attivo delle informazioni che provengono dagli organi sensoriali.
Quali sono gli elementi della cognizione?
Gli elementi che fanno parte della cognizione sono:
- il pensiero
- la percezione conscia
- la memoria
- il giudizio
- il linguaggio
- l’apprendimento ecc.
L’approccio cognitivista come considera il comportamento?
L’approccio cognitivista considera il comportamento come progressivi e continui adeguamenti e aggiustamenti che tendono verso una maggiore coerenza tra organismo e ambiente e la persona cerca di mantenere un equilibrio cognitivo.
Il poli-cognitivismo
Non esiste un vero e proprio modello cognitivista ma la curiosità per i processi della mente coinvolge intellettuali anche molto lontani dallo studio delle scienze psicologiche.
Il cognitivismo è un modello ideologico ma soprattutto un insieme di temi su cui riflettere. La psicologia cognitiva è mentalista, ovvero è un sistema complesso di regole che esiste al di là dei fattori biologici, sociali, culturali, emotivi ecc. che definiscono la persona.
La memoria
Per i cognitivisti la funzione principale della mente è la memoria. La memoria viene definita come: il nostro continuo processo interiore di codifica, immagazzinamento e recupero dei dati. Le qualità e le funzioni della memoria possono avere molti nomi: associativa, episodica, sensoriale, iconica, verbale ecc.
La memoria è composta da processi e stadi e può essere una memoria a breve termine, chiamata anche working memory, o memoria a lungo termine.
il cognitivismo e la macchina umana
Il cognitivismo concepisce l’essere umano come un calcolatore, ovvero una macchina che compie operazioni mentali. La mente viene, quindi, paragonata ad un computer e viene definita computazionale.
La mente è così un sistema complesso che che utilizza algoritmi logici per interpretare gli input sensoriali che provengono dall’esterno.
Le attività mentali vengono descritte come elaborazioni cognitive: idee, pensieri, riflessioni, emozioni, ricordi ecc.
Quindi, il cognitivismo sposta il focus degli studi dal comportamento alla cognizione e pone al centro della psicologia il concetto di feed-back, di retro-regolazione e di controllo.
i segnali sensoriali
Secondo il cognitivismo i segnali sensoriali vengono trasformati in un codice che il nostro cervello può processare. Per esempio, nel caso di forme e colori, l’esperienza è il risultato di processi mentali che trasformano la stimolazione elettrica e chimica dei nostri recettori in esperienza percettiva.
le informazioni: i processi cognitivi elaborano l’informazione
Così come immagazziniamo informazioni in forma ridotta o semplificata, tendiamo anche ad accrescerle quando le ricordiamo o cerchiamo di riferirle ad un’altra persona. Quando rievocano un evento, le persone tendono a spingersi oltre nella loro elaborazione e tendono ad abbellire i loro ricordi.
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