Come si sviluppa il sé sociale nel bambino le teorie degli psicologi passati e attuali

L’importanza dello sviluppo graduale dell’identità nel bambino

Gli studiosi di psicologia dello sviluppo si sono occupati di delineare del caratteristiche del sé e di comprendere a quale età il bambino diventa consapevole della sua identità. Lo sviluppo dell’identità è una evoluzione cruciale nella vita del bambino. Il corretto sviluppo di un’identità ben strutturata e definita sarà motivo di successo nella successiva età adulta. Nella primissima infanzia il bambino non ha ancora consapevolezza emotiva e cognitiva di sé e degli altri. Queste consapevolezze si evolvono nel corso del tempo e nascono nelle interazioni e nelle relazioni affettive.

La teoria del sé di James (1882)

Lo psicologo James (1882) aveva introdotto la classica distinzione tra Io e Me in ambito filosofico, parlando di un sé esistenziale (inteso come la componente implicita del sé che organizza l’esperienza) e il sé categorico (ovvero la componente esplicita del sé che deriva dall’autoconsapevolezza). Il sé esistenziale è quindi quella parte della psiche che organizza e distingue l’esperienza vitale, fondamentale per le fasi di sviluppo mentale del piccolo umano.

Le ipotesi e teorie del sé di Lewis e colleghi (1990)

Lewis e colleghi (1990) ipotizzano uno sviluppo graduale del sé nel primo anno di vita. Ipotizzano che nel primo anno di vita il piccolo a 3 mesi comincia a distinguere sé dagli altri e a 9 mesi percepisce il senso della propria continuità. La distinzione tra sé e gli altri è un altro aspetto essenziale per il corretto svolgimento dell’attività psichica e per la fondamentale attività di socializzazione. Inoltre, ritengono che la comparsa di un sé categorico coincida con la capacità di distinguere alcune categorie come il sesso, l’età, i lineamenti e l’aspetto esteriore per identificare se stesso.

Le teorie del sé di Neisser e Butterworth (1995)

Secondo Neisser e Butterworth (1995) la consapevolezza primaria si fonda su una percezione immediata e precoce che deriva dalle informazioni sensoriali di tipo visivo, uditivo, cinestesico e vestibolare e dalla comunicazione verbale e non verbale nelle interazioni soprattutto diadiche. La consapevolezza secondaria invece si basa sulla capacità si rappresentazione e di autoriflessione e coincide con il sé categorico di Lewis, ovvero con il concetto che il bambino ha di se stesso e può svilupparsi solo dopo il secondo anno di vita.

Per conoscere il modo e il tempo in cui il bambino inizia a riconoscersi allo specchio si rimanda al seguente articolo: https://www.passionepsicologia.org/come-capire-se-il-bambino-si-riconosce-allo-specchio/

Quando inizia a svilupparsi la consapevolezza di sé?

La consapevolezza di sé, in breve, comincia ad apparire intorno ai 15 mesi e accomuna gran parte dei bambini di età compresa tra i 21 e i 24 mesi. Questa abilità, verificata ancora di più non soltanto dal vivo ma anche attraverso l’uso di filmati e fotografie, conferma che, intorno al secondo anno di vita, l’auto-riconoscimento avviene in base a segnali legati alla percezione stabile della propria identità fisica.

Come avviene la rappresentazione e la conoscenza dell’Altro nel bambino?

La conoscenza dell’Altro, tuttavia, richiede non solo la percezione degli aspetti esteriori o dei comportamenti, ma l’elaborazione di un’immagine mentale più complessa che contenga diversi elementi quali: la stabilità spazio-temporale, la comprensione delle proprie e altrui emozioni; la consapevolezza del punto di vista attraverso cui gli altri vedono le cose.

Le evidenze teoriche di Jean Piaget

In primo luogo il bambino deve percepire la stabilità degli oggetti e delle persone nel tempo e nello spazio. La permanenza della persona, che si esprime nella capacità di identificare, riconoscere e cercare specifiche persone anche se non percettivamente presenti, come ha evidenziato Piaget, si sviluppa durante il periodo senso-motorio a partire dal 12 mesi e si esprimono compiutamente al termine di tale fase, intorno ai 18 mesi. Per approfondire questo tema si rimanda ad articoli sulle teorie di Piaget: https://www.passionepsicologia.org/teoria-della-mente-guida-avanzata/ https://www.passionepsicologia.org/gli-stadi-di-sviluppo-nella-teoria-di-piaget/ https://www.passionepsicologia.org/lo-sviluppo-del-bambino-secondo-piaget/

Il senso di identità dopo la prima infanzia secondo Erikson (1968)

Dopo la prima infanzia il senso della identità personale, secondo Erikson (1968) e il rapporto con gli adulti e con i coetanei è caratterizzato dall’acquisizione dello spirito di iniziativa, industriosità e superamento del senso di inferiorità. Il bambino tende a sviluppare azioni e a svolgere attività autonome, prende gusto alla competizione, desiderare imparare e mostrare la propria competenza, teme il giudizio degli altri ed è impegnato a superare i sensi di colpa e di inferiorità.

Leggi anche: https://www.passionepsicologia.org/la-teoria-del-linguaggio-di-lev-semenovic-vygotskij/

Leggi anche: https://www.passionepsicologia.org/confronto-tra-le-teorie-di-piaget-e-vygotskij/

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

2 Risposte a “Come si sviluppa il sé sociale nel bambino le teorie degli psicologi passati e attuali”

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