Poesie d’amore di poetesse italiane emozionanti e emotive

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ALDA MERINI—-> Ieri sera era amore

Ieri sera era amore,

io e te nella vita

fuggitivi e fuggiaschi

con un bacio e una bocca

come in un quadro astratto:

io e te innamorati

stupendamente accanto.

Io ti ho gemmato e l’ho detto;

ma questa mia emozione

si è spenta nelle parole.

Giusi Quarenghi, da Ho incontrato l’inverno, Campanotto, 1999

Mi piacerebbe
fare come il sole d’inverno in montagna
che girotonda tranquillo finché sente libero
il passo e poi, toccata una pietra appena più alta,
inciampa e si butta, con aria un po’ offesa
Ma all’alba te lo ritrovi di qua
con sulla fronte il sorriso
di chi conosce la mossa vincente
per far stare la notte
in una capriola

Emily Dickinson —-> Le piccole cose

Addio alla Vita che ho vissuto –
E al Mondo che ho conosciuto –
E Bacia le Colline, per me, basta una volta –
Ora – sono pronta ad andare…

Alda Merini —-> Bacio

Bacio che sopporti il peso

della mia anima breve

in te il mondo del mio discorso

diventa suono e paura.

Non ho smesso di pensarti —-> Erica Ronchi

Non ho smesso di pensarti,

vorrei tanto dirtelo.

Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,

che mi manchi e che ti penso.

Ma non ti cerco. Non ti scrivo neppure ciao.

Non so come stai. E mi manca saperlo.

Hai progetti? Hai sorriso oggi? Cos’hai sognato?

Esci? Dove vai? Hai dei sogni? Hai mangiato?

Mi piacerebbe riuscire a cercarti.

Ma non ne ho la forza. E neanche tu ne hai.

Ed allora restiamo ad aspettarci invano.

E pensiamoci. E ricordami.

E ricordati che ti penso,

che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,

che scrivo di te.

E ricordati che cercare e pensare

son due cose diverse.

Ed io ti penso ma non ti cerco.

La voce del mare —-> Ada Negri

Io ti farò morire di dolcezza,

se tu m’ascolterai quando la luna gonfia

il mio cuore come un cuore umano.

Sarà rossa la luna ad orïente,

e poi, salendo, diverrà di perla.

Tu immobile starai tra flutto e spiaggia, piccola—oh, un punto!…

—in mezzo all’infinito.

Io ti dirò l’ore perdute della tua dolce infanzia,

l’ore che tu credi dimenticate;

e i sogni in cui vedevi fiori simili a bocche aperte

al bacio fiorir per te lungo rupestri lande

ove il giorno non era e non la notte era,

ma Vita somigliava a Morte.

Io ti dirò ciò che hai sofferto.

—Ma mitemente, così, come di cose lontane,

e che non possono colpire più, tanto nel pensier

le trasfigura la poesia della possente vita.

Io ti dirò le cose che tu speri,

e per incanto le vedrai compiute:

e la pienezza de’ tuoi sensi tale sarà,

che ti parrà d’essere eterna,

fulgida innumerevole leggera quale schiuma

di queste onde d’argento

che si gonfian d’amor sotto la luna.

Io ti farò morire di tristezza

se tu m’ascolterai quando di piombo

grava il cielo su gravi acque di piombo.

Starà sospesa dentro la calura,

nel silenzio, un’attesa di tempesta

: l’onde verranno a lacerarsi sulla spiaggia,

con rauche grida appassionate.

Allora, allora, o piccola, che hai così tenere mani

e così grandi occhi,

io ti canterò la veemente poesia della vita

che vivesti prima d’esser la piccola che sei.

Una zingara fosti.—

I tuoi capelli battenti il dorso eran color del rame,

tutti a riccioli, vivi uno per uno:

e verdastri e mutevoli i tuoi occhi di sole e d’onda;

e tutto di serpente l’agile corpo,

in mille avvolgimenti esperto,

ed arso dall’impuro sangue dei nomadi.

Tu fosti una regina. Passò il tuo carro lungo le mie rive

, il tuo riso il tuo canto a fior de l’acque.

I tuoi compagni avean denti ferini, rapaci mani,

acuti occhi di falco, e tu li amavi;

ma più d’essi amavi la libertà.—

Tenevi al petto un fiore,

sotto il fiore nascosto un pugnaletto lucentissimo.

E fiera sulle piazze danzavi le tue danze, le tue danze di gitana, ricordi?

…—Non ricordi dunque tu nulla?…

—Dalla casa errante le pallide vedesti albe fiorire,

e nei tramonti l’acque invermigliarsi,

e nei meriggi tutto esser di fiamma,

anche il tuo corpo, anche la vagabonda anima tua

come l’arena innumere, multicolore come l’onda,

libera come il vento del largo.

E delle folle ti piacque il gran clamore,

e del deserto il gran silenzio,

e delle vie notturne i fanali rossastri,

i torvi agguati, il pericolo corso ad ogni istante.

Di desiderio io ti farò morire, se vorrai ch’io ti dica il nome tuo d’una volta.

—Ricòrdati.—Superbo era, ma dolce e pieno d’assonanze strane.

—Non giungi a ricordarti?…

China sul mare, ascolta il pianto inconsolabile

dell’acque che s’inseguono s’infrangono e muojono

e rinascono e non sanno perchè.—

Non ti diran forse quel nome;

ma in esse sentirai la sua potenza dominatrice,

o piccola, che hai così teneri

polsi per catene di perle, e così grandi occhi pel sogno.

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

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