Il concetto del pregiudizio secondo lo psicologo Gordon Allport

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La prima corrente che si è staccata dal comportamentismo: la psicologia di Allport

Un’importante corrente staccatasi dal Behaviorismo (il comportamentismo americano) è quella Personalistica di Gordon W. Allport (1897-1967), considerato il caposcuola della Psicologia sociale americana. La quale però va intesa come un aspetto della Psicologia della personalità, cioè come lo studio degli atteggiamenti della singola persona verso gli altri, non tanto come uno studio dei contenuti dell’incontro interpersonale in quanto tale.

Allport si focalizza soprattutto sullo studio della psicologia del pregiudizio

Il complesso degli atteggiamenti sociali più studiati da Allport si raccoglie attorno al concetto di pregiudizio (etnico, razziale, religioso). Il pregiudizio è interpretato sia come prodotto dell’educazione, sia come bisogno psicologico di conformismo, ovvero come incapacità di accettare la varietà delle personalità altrui, o come forma d’insicurezza che cerca nell’identificazione con un gruppo la propria consistenza, il che comporta l’accettazione dogmatica di un’opinione.

L’opera fondamentale di Goldon Allport

L’opera fondamentale di Allport è Personalità. Un’interpretazione psicologica (1937), frutto di vent’anni di ricerche. Allievo di William Stern, ad Amburgo, trasse da questi l’ispirazione a studiare l’uomo sotto il profilo globale della personalità, pur conservando una metodologia decisamente empirica, propria della cultura americana.

Allport sostiene che la personalità non è solo un prodotto reattivo alle stimolazioni ambientali
(Behaviorismo) o il prodotto dei conflitti tra meccanismi inconsci (istintuali) e meccanismi consci (come vuole la Psicanalisi freudiana), ma è anche e soprattutto il maturarsi di una struttura che, indirizzandosi verso determinati valori o scopi, si rinnova continuamente. La personalità cioè è un essere in divenire, verso la realizzazione di un’intenzione, di un progetto di sé.

Le motivazioni di questa struttura non possono essere comprese rifacendosi semplicemente a delle basi fisiologiche, in quanto esiste un’autonomia funzionale dei motivi superiori, quelli per i quali un soggetto dà uno scopo alla propria vita. La personalità è dunque una struttura complessa (vi sono abitudini e creatività, atteggiamenti definiti e prospettive incerte, ecc.), i cui singoli elementi (memoria, attenzione…) non aiutano, se esaminati separatamente, a comprenderla: essa infatti va colta nella sua unicità e globalità.

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

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