La conoscenza secondo Edgar Morin
Come intendeva la conoscenza Edgar Morin? Quali sono gli errori alla base dei processi di apprendimento dell’uomo?
Il filosofo e sociologo francese Edgar Morin (1921), è tra le figure più prestigiose della cultura contemporanea, si è occupato della conoscenza ed è noto per l’approccio transdisciplinare. Ritiene che alla base dell’educazione vi siano alcuni saperi necessari, che ogni società e cultura dovrebbero tenere in considerazione. Ritiene come necessità primaria la “conoscenza della conoscenza”. L’educazione deve, infatti, occuparsi di cosa sia la conoscenza umana, affrontando i rischi dell’errore e dell’illusione. Questi concetti vengono spesso ignorati e viene trasmessa una conoscenza incompleta ed errata, frutto delle interpretazioni soggettive.
Errori e affettività
Ogni conoscenza comporta il rischio di errori che, secondo Edgar Morin, hanno diverse cause. Gli errori possono dipendere dall’affettività e, quindi, dai sentimenti di odio, amore, amicizia, i quali possono indurci a sbagliare. L’emotività gioca un ruolo fondamentale nella nostra percezione della realtà e spesso i nostri sensi ci ingannano. E’ fondamentale, dunque, che la conoscenza sia scientifica. Bisogna individuare le fonti di errore, illusione e accecamento; per una conoscenza pertinente, bisogna cogliere i problemi globali e fondamentali, situandoli in un contesto ben definito. Le informazioni, infatti, non possono essere dati isolati, ma è necessaria la contestualizzazione.
Mentiamo a noi stessi
Siamo soggetti ad errori mentali e mentiamo anche a noi stessi a causa dell’egocentrismo e dell’auto giustificazione. L’egocentrismo è la tendenza a sentirsi al centro dell’attenzione e a riferire qualsiasi cosa a se stessi.Tendiamo a proiettare sugli altri le cause del nostro male; dunque, per una conoscenza chiara ed esatta è importante considerare questi errori ed evitarli tramite il ragionamento e la razionalità. La vera razionalità riconosce i limiti della logica, del determinismo e del meccanicismo. La mente umana, dunque, non può essere onnisciente e la realtà comporta un mistero.
L’uomo come essere biologico e culturale
Oggetto di ogni insegnamento dovrebbe essere la condizione umana. L’uomo è un essere biologico e culturale e la mente umana nasce proprio con la relazione cervello-cultura. La cultura è l’insieme dei saperi, delle abilità, delle regole, delle idee etc. che si trasmette di generazione in generazione e si riproduce in ogni individuo. Non esistono società umane che siano prive di cultura, ma ognuna è singolare. Senza la cultura l’uomo sarebbe un primate del rango più basso. L’homo sapiens è, quindi, caratterizzato da coscienza e pensiero.
Fondamentale è insegnare l’identità terrestre e gli sviluppi dell’era planetaria, la quale inizia nel XVI secolo con la comunicazione tra continenti. Bisogna tenere conto del fatto che tutti gli esseri viventi sono messi a confronto con gli stessi problemi di vita e di morte, condividendo un comune destino. Per conoscere l’umano è fondamentale situarlo nell’universo ed è importante domandarsi: “chi siamo?”, “dove siamo?”, “da dove veniamo?”, “dove andiamo?”. Per comprendere chi siamo è, infatti, indispensabile capire dove ci troviamo e in che direzione stiamo andando.
L’incertezza
Morin individua diversi tipi di incertezza, da quella cerebro-mentale a quella psicologia. Ogni conoscenza, infatti, è un’avventura incerta che comporta sempre il rischio di illusione ed errori. Per superare le incertezze è necessario effettuare esami, verifiche e convergenze degli indizi. Anche il reale è incerto, poichè la realtà non è che una nostra idea. E’ importante, dunque, essere realisti nel senso complesso del termine, comprendendo l’incertezza del reale e sapendo che esso comporta un possibile ancora invisibile.
Pensare bene
Per un pensiero coerente e realistico, è necessario apprendere insieme il testo e il contesto, l’essere e il suo ambiente, il locale e il globale e il multidimensionale. Soltanto la complessità ci permette di comprendere le condizioni oggettive e soggettive del comportamento umano. L’educazione deve promuovere un’intelligenza generale, capace di riferirsi al complesso e al contesto, in modo multidimensionale e globale. Deve favorire, inoltre, la capacità naturale della mente di risolvere i problemi essenziali, stimolando l’uso dell’intelligenza e della curiosità. Troppo spesso la scuola spegne la curiosità, mentre dovrebbe stimolarla e risvegliarla.
La comprensione
La comprensione è il mezzo e il fine della comunicazione umana. La reciproca comprensione tra umani è fondamentale affinché le relazioni umane escano dallo stato barbaro di incomprensione. Alla base della comprensione tra esseri umani vi è anche il superamento delle forme di disprezzo, delle xenofobie e dei razzismi. E’, dunque, fondamentale comprendersi, per comunicare senza disprezzarsi.
La concezione dell’educazione e della conoscenza di Morin è particolarmente attuale e sprona ad utilizzare la mente con razionalità e a situare la conoscenza in un contesto ben definito. La sua opera “I sette saperi necessari all’educazione del futuro” aiuta a riflettere su concetti particolarmente attuali e mette in guardia nei confronti degli errori della mente, che deve agire consapevolmente. Soltanto evitando gli errori e le illusioni e gli atteggiamenti errati della mente, è possibile giungere ad una visione chiara ed esaustiva della realtà.
Lo sviluppo dell’identità e distinzione
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https://it.wikipedia.org/wiki/Edgar_Morin
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