Lo strutturalismo in psicologia e la teoria di Edward Titchener

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5 Lo strutturalismo in psicologia
Negli Stati Uniti l’imitatore fedele dell’approccio wundtiano alla psicologia fu Edward Bradford Titchener (1867- 1927). Inglese di nascita, dopo aver studiato ad Oxford, si recò a Lipsia dove seguì per due anni gli insegnamenti di Wundt. Successivamente si trasferì negli Stati Uniti per stabilirsi alla Cornell University, dove introdusse le teorie psicologiche di derivazione tedesca.

Proprio a Titchener si deve l’etichetta di psicologia strutturale applicata alle sue ricerche che sarebbe
senz’altro preferibile chiamare analitico-strutturali, perché del tipo già praticato da Wundt e che Titchener, se vogliamo, riuscì a inquadrare meglio dal punto di vista teorico. Più precisamente secondo questo autore la psicologia sperimentale aveva il compito di analizzare la struttura della mente nei suoi elementi irriducibili ossia sensazioni, immagini e stati affettivi.

Così impostata la psicologia sperimentale titcheneriana è una scienza pura e generale, assolutamente priva di finalità pratiche che si prefigge di scoprire ciò che accade nella mente umana, adulta e normale. Per essere più precisi la mente è per Titchener la somma di tutti i processi mentali che si svolgono durante la vita di un individuo, mentre la coscienza è la somma di tutti i processi mentali che si verificano hic et nunc (qui ed ora) e che l’indagine psicologica ha il compito di descrivere nei suoi contenuti elementari, scoprendo le leggi del loro combinarsi e susseguirsi. La spiegazione dei contenuti coscienti, in termini motivazionali, istintuali, è invece esplicitamente demandata alla fisiologia e alla biologia generale, cioè a settori di indagine considerati estranei alla psicologia.

Divenne presto evidente che tale psicologia non era altro che uno sterile vicolo cieco. Le critiche più
severe rivolte a Titchener riguardarono comunque il metodo dell’introspezione, di cui furono messi in evidenza ulteriori limiti: 1) l’introspezione era di fatto una retrospezione, in quanto intercorreva sempre
un intervallo di tempo, sia pur breve, tra l’esperienza ed il resoconto; 2) analizzare minuziosamente un’esperienza significava anche modificarla; 3) l’introspezione assunta come metodo esclusivo della psicologia scientifica tagliava fuori dati utili, provenienti ormai con dovizia da fonti diversissime tra loro quali potevano essere la psicologia animale e la psicanalisi.

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

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