Consigli per dormire meglio: le funzioni del sonno e i relativi disturbi

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Le funzioni del sonno e i disturbi

Quale sono le funzioni del sonno e i relativi disturbi? Per quali motivi è così importante dormire con regolarità?

Il sonno è uno dei principali bisogni fisiologici ed è necessario per rigenerare il corpo e il cervello. Il sonno, infatti, ha due funzioni specifiche:

  • Funzione ristorativa: permette il recupero della stabilità fisiologica interna, la quale si può perdere rimanendo svegli troppo a lungo. In quest’ottica il sonno è visto come un riparatore.
  • Funzione circadiana: regolazione del tempo. Noi uomini siamo, infatti, programmati per dormire di notte, indipendentemente da quanto ci accade durante il giorno. La notte ci protegge da eventuali incidenti e dal pericolo di essere vittime dei predatori.

Non in tutte le persone il sonno risulta essere sano, ristorativo e rigenerante e, spesso, si presentano dei veri e propri disturbi che necessitano dell’intervento e del supporto degli specialisti.

Disturbi del sonno

I disturbi del sonno possono essere suddivisi in due categorie: insonnia e ipersonnia. All’insonnia appartengono tutti quei disturbi che riguardano l’addormentamento e il mantenimento del sonno. Per ipersonnia si intende la tendenza a dormire troppo o l’eccessiva sonnolenza. Una terza categoria dei disturbi del sonno riguarda le disfunzioni legate al sonno rem.

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L’insonnia e le cause

L’insonnia è spesso determinata da farmaci prescritti dai medici, come, ad esempio, le benzodiazepine, le quali rappresentano una causa importante di questo disturbo. Infatti, in breve tempo il paziente non può più smettere di assumere il farmaco, senza rischiare di provare un sintomo di astinenza.

Un’altra causa di insonnia è l’apnea del sonno, che è una condizione secondo la quale il paziente smette di respirare molte volte durante la notte. Chi soffre di apnea del sonno ha la sensazione di aver dormito male. Molto spesso i pazienti sono inconsapevoli dei loro ripetuti risvegli e si lamentano della loro eccessiva sonnolenza diurna.

Il disturbo di apnea del sonno può essere suddiviso in due tipologie: apnee che derivano da un’ostruzione delle vie respiratorie e quelle che derivano da uno scorretto funzionamento dei centri del sistema nervoso centrale, deputati alla stimolazione del respiro.

Uno dei trattamenti più efficaci utili a curare l’insonnia è la terapia di limitazione del sonno. In questo modo si riduce molto la quantità di tempo trascorso a letto di colui che soffre di insonnia. Dopo un periodo di limitazione del sonno, si aumenta gradualmente il tempo trascorso a letto, in piccole quantità.

Il disturbo dell’ipersonnia

Per quanto riguarda i disturbi dell’ipersonnia si possono distinguere:

  • La narcolessia: si verifica in un individuo su duemila e ha due sintomi principali. Il primo sintomo è caratterizzato da ripetuti e brevi attacchi di sonno diurno. Il secondo sintomo, più importante, è la cataplessia, che è caratterizzata da perdite ricorrenti del tono muscolare durante la veglia, spesso provocate da un’esperienza emotiva. Inoltre, nella narcolessia, si possono presentare anche paralisi del sonno e allucinazioni ipnagogiche. Molti risultati dei ricercatori hanno suggerito che la narcolessia è la conseguenza di un’anomalia del meccanismo che provoca il sonno REM. I narcolettici, infatti, quando si addormentano, entrano direttamente in questa fase specifica del sonno.
  • Disturbi legati al sonno REM: caratteristici di pazienti che presentano pochi o nessun periodo di sonno REM. Questo disordine è raro, ma è comunque degno di nota. I ricercatori hanno supposto che i disturbi del sonno REM potrebbero essere causati da un danno del nucleo magnocellulare, che è una struttura che controlla il rilassamento della muscolatura durante questa fase del sonno.

Effetti della deprivazione di sonno

I ricercatori hanno valutato gli effetti della deprivazione di sonno nell’uomo che riguardano riduzione di una piccola quantità di sonno durante una sola notte e una deprivazione totale per parecchie notti.

Anche piccole quantità di deprivazione di sonno possono avere come conseguenza tre effetti significativi:

  • Aumento di sonnolenza
  • Basse prestazioni durante le attività quotidiane
  • Scarsa vigilanza

Dopo due o tre giorni di deprivazione di sonno, diventa molto difficile per i soggetti evitare di avere micro-sonni durante l’esecuzione di compiti passivi. I micro-sonni sono brevi periodi, della durata di due o tre secondi, durante i quali le palpebre si abbassano e i soggetti diventano meno responsivi agli stimoli esterni.

E’ notevole che i risultati delle ricerche sugli effetti della deprivazione di sonno, hanno sottolineato un abbassamento delle funzioni cognitive complesse e delle prestazioni motorie in periodi in cui si dorme poco e male. Anche le funzioni fisiologiche, in caso di deprivazione di sonno, sono meno coerenti.

 

Farmaci che agiscono sul sonno

I farmaci in grado di influenzare il sonno sono classificati in due categorie: ipnotici e antipnotici. Tra i farmaci ipnotici troviamo le benzodiazepine, che possono essere efficaci nel trattamento di occasionali difficoltà nel dormire.

Importante per delle buone funzioni del sonno è la presenza di melatonina all’interno dell’organismo. La melatonina è un ormone sintetizzato dal neurotrasmettitore serotonina nella ghiandola pineale. Essa può essere anche assunta in pillole, per regolarizzare il ritmo sonno-veglia.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

John P.J. Pinel, “Psicobiologia“, Il Mulino, Bologna 2007

 

Significato e importanza delle emozioni

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L’ormone dell’amore: quattro ruoli inaspettati dell’ossitocina

https://it.wikipedia.org/wiki/Sonno

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

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