Il bullismo come fenomeno da non sottovalutare: aiutare i giovani a non cadere in condotte devianti

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Le condotte aggressive e il bullismo

Cosa si intende con condotte aggressive e bullismo? Chi sono i bulli e le vittime? Quali sono le dinamiche che si instaurano tra i coetanei?

Possono essere tante le dinamiche e le condotte aggressive che si manifestano tra coetanei, con un riferimento particolare al fenomeno del bullismo. Il comportamento aggressivo può essere di diverse tipologie.

Si possono distinguere i tipi di aggressività in base alle modalità di attacco e all’intenzione che determina le condotte aggressive, le quali possono determinare veri e propri atti di bullismo.

Si parla di bullismo quando le relazioni tra coetanei assumono la forma di relazioni prevaricanti. Queste tipologie di relazioni hanno una percentuale di incidenza più elevata negli anni dell’infanzia. Il fenomeno del bullismo è complesso e riguarda sempre almeno due poli in interazione tra loro: il bullo e la vittima.

Non si tratta solo di un comportamento disadattato del bambino o ragazzo che è autore delle prepotenze, ma è una relazione di abuso sistematico di potere.

Possiamo distinguere delle caratteristiche distintive del fenomeno, ovvero:

  • intenzionalità delle prepotenze
  • la frequenza delle prevaricazioni
  • lo squilibrio di potere, psicologico, fisico o sociale che esiste tra il prevaricatore e la vittima.

Per quanto riguarda il comportamento prepotente, la condotta bullistica può esprimersi come:

  • bullismo diretto, in cui gli attacchi fisici e verbali sono espliciti.
  • bullismo indiretto, in cui le prevaricazioni sono realizzate attraverso l’esclusione sociale, la diffusione di racconti falsi e la manipolazione delle reti amicali.

Oltre al bullo e alla vittima, esistono ancora altri protagonisti che emergono dagli episodi di prepotenza. Ad esempio, si possono individuare:

  • l’aiutante del bullo, il quale partecipa attivamente alla prepotenza, seppure in maniera gregaria
  • il sostenitore del bullo, il quale manifesta un’approvazione esplicita delle prevaricazioni che hanno luogo nel gruppo
  • il difensore della vittima, che supporta il compagno prevaricato a livello emotivo, lo consola e lo difende.

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Il fenomeno del contagio sociale

La facile diffusione delle prepotenze sarebbe riconducibile a fenomeni di contagio sociale, ovvero ad una forma di apprendimento imitativo della condotta prepotente tra bambini e ragazzi. Nel gruppo, inoltre, possono essere anche presenti norme informali e atteggiamenti di accettazione delle prevaricazioni che favoriscono l’emergenza delle condotte aggressive e, quindi, del bullismo.

Caratteristiche dei bulli

Secondo recenti studi, i bulli sembrano essere caratterizzati da buone abilità cognitive e buone competenze narrative. Inoltre, sono caratterizzati da livelli più elevati di machiavellismo, come tendenza della personalità a considerare gli altri in funzione del proprio vantaggio. I bulli sono dotati di buona autostima e di un senso di autoefficacia nella media.

Caratteristiche delle vittime

Le vittime sono spesso passive, timide e insicure. In alcuni casi, però, possono assumere involontari comportamenti di provocazione dei compagni e divenire a loro volta autrici di prepotenze.

Già a otto anni le vittime presentano livelli di autostima mediamente più bassi rispetto ai coetanei e un “locus of control” più esterno. Esse vivono le relazioni con i coetanei come poco controllabili e vengono poco accettate dai compagni, i quali sono meno disponibili a prestare loro soccorso.

Le conseguenze del bullismo

Il bullismo è causa di gravi conseguenze a breve e lungo termine sia per le vittime sia per i prevaricatori. Le vittime possono manifestare eventi depressivi e disaffezione per le attività e il contesto scolastico. Nell’età adulta possono incorrere in veri e propri disturbi depressivi. I prepotenti, invece, presentano un rischio più elevato di rendersi autori, già nell’adolescenza, di atti devianti o criminali.

Programmi di intervento per contrastare il fenomeno del bullismo

In considerazione delle gravi conseguenze dell’essere coinvolti in episodi di bullismo, sono stati elaborati diversi programmi di intervento. Tra le forme di intervento più efficaci ci sono i programmi di tipo sistemico, che mirano a modificare il clima e le norme informali presenti nel contesto. Sono stati elaborati anche interventi individuali per il potenziamento delle abilità socio cognitive carenti nelle vittime e disfunzionali nei bulli. Si effettuano anche azioni a livello del gruppo dei pari, che influiscono sulle dinamiche di gruppo, allo scopo di favorire una diffusione di un’etica anti-bullismo.

Promuovere la collaborazione e l’amicizia

Si rende, dunque, sempre più necessaria un’educazione alla serena collaborazione, al dialogo e al confronto pacifico. I ragazzi dovrebbero imparare ad aiutarsi reciprocamente e offrirsi supporto morale. Le relazioni tra coetanei risultano, nei tempi attuali, sempre più complesse e necessitano di mediazione; le figure educative, gli insegnanti, i genitori, dovrebbero occuparsi di diffondere insegnamenti adeguati che incitino alla pace e alla tolleranza. Nessun bambino o ragazzo dovrebbe subire atti di violenza fisica o psicologica e gli adulti devono intervenire e mediare i rapporti tra i giovani, creando occasioni di scambio e promuovendo i rapporti di amicizia.

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

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