La teoria dell’intelligenza di Piaget come si sviluppa e da cosa è determinata

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La teoria di Piaget sull’intelligenza

L’intelligenza secondo Piaget:

L’intelligenza è un caso particolare di adattamento biologico.
L’adattamento è la tendenza ad adeguarsi alle richieste ambientali.

Lo sviluppo cognitivo quindi comporta dei processi di progressiva modifica delle proprie strutture mentali
(SCHEMI) in base alle richieste ambientali. Ciò avviene attraverso i processi di assimilazione e accomodamento.

Lo sviluppo si realizza attraverso stadi attraverso cui il soggetto si avvicina gradualmente ad un pensiero logico. Gli stadi si presentano con le seguenti caratteristiche:
1. Strutture di insieme (riflessi – schemi comportamentali – schemi simbolici – schemi operazionali)
2. Universalità
3. Sequenzialità invariante
4. Integrazione gerarchica
5. Invarianti funzionali

Caratteristiche dello sviluppo secondo Piaget:

Sviluppo: processo continuo se consideriamo le funzioni invarianti dell’adattamento e dell’equilibrio;
discontinuo se consideriamo le strutture che si modificano con l’età in modo così rilevante da
contrassegnare diversi stadi di sviluppo.
● Stadio di sviluppo: tappa di crescita caratterizzata da un particolare modo di pensare il mondo, secondo certi schemi.
● 4 stadi principali: 3 momenti di profonda riorganizzazione mentale per ricreare un equilibrio più
complesso e adatto all’ambiente.

Ciascuno stadio prevede una particolare forma di organizzazione psicologica:
• Il passaggio da uno stadio al successivo può essere graduale e l’età può variare da un bambino all’altro, ma la sequenza è la stessa per tutti.
• Ogni stadio è qualitativamente diverso dal precedente, presenta forma e regole proprie.
• Le acquisizioni di uno stadio non si perdono con il passaggio allo stadio successivo, ma vengono
integrate in strutture più evolute (integrazione gerarchica tra stadi).


Stadio senso-motorio (0-24 mesi)

Gli schemi di azione gradualmente si coordinano per dar luogo a sequenze comportamentali più ampie, es. schema della prensione. Piaget ha studiato sistematicamente i suoi figli (Jacqueline, Laurent, Lucienne) con
un’osservazione sul campo guidata da ipotesi, in cui crea situazioni critiche (es. nascondere un
oggetto) per verificare la reazione del bambino. Metodo cruciale con bambini preverbali.

Stadio senso-motorio (0 – 18/24 mesi)

● Passaggio da un organismo “riflesso” ad uno “riflessivo”.
● Inizialmente la risposta del bambino alla realtà è di tipo sensoriale e motorio.
● Reagisce al presente immediato, non fa progetti, non si propone scopi
● La conoscenza del mondo deriva dai sensi e dalle azioni sugli oggetti.
● Non vi è una rappresentazione mentale interna degli oggetti, non possiede immagini mentali né parole manipolabili mentalmente (compaiono verso i 18 mesi).
● Suddiviso in 6 sotto-stadi.

Acquisizioni intorno ai 2 anni:

● Comparsa delle nozioni di permanenza dell’oggetto, spazio, tempo e causalità.
● Comparsa della rappresentazione.

Il bambino può agire in un ambiente in cui gli oggetti hanno un’esistenza fisica, spaziale e temporale propria e sono fonti autonome di causalità. Egli ricostruisce le cause quando sono presenti solo gli effetti e – viceversa – è in grado di prevedere gli effetti di un oggetto come fonte potenziale di azioni. Il bambino percepisce anche il proprio corpo come un oggetto in mezzo agli altri -> rappresenta se stesso e immagina i propri spostamenti nello spazio come se li vedesse dall’esterno.

Stadio preoperatorio (2/6-7 anni)

Il bambino è in grado di utilizzare i SIMBOLI: imitazione differita, gioco simbolico, linguaggio (schemi verbali per rappresentare la realtà).
● Le azioni mentali non sono ancora sistematiche e coordinate fra loro, viene considerato un solo aspetto alla volta del compito, non ci sono ancora le operazioni mentali (azioni interiorizzate).

Stadio operatorio (6/7-11 anni)

Il pensiero è organizzato in operazioni mentali
● Operazioni mentali: forme interiorizzate di azioni precedentemente sperimentate sul mondo fisico.
Sono caratterizzate dalla reversibilità: possibilità di annullare l’effetto di un’azione mentale
eseguendone un’altra. Il bambino capisce che una delle proprietà fondamentali delle azioni è che
possono essere disfatte o rovesciate, sia in senso fisico che mentale, e che si può tornare alla
situazione iniziale
● Le operazioni sono concrete -> vincolate a casi concreti e specifici di cui si fa esperienza diretta.
Riflettere su nozioni puramente astratte e ipotetiche non è ancora possibile
● Capacità di decentrarsi dal proprio punto di vista (superamento dell’egocentrismo)

Stadio formale (da 11 anni)

Pensiero al massimo livello in cui il soggetto riesce a condurre ragionamenti corretti senza la necessità di partire da un dato di esperienza e di verificare il ragionamento
attraverso un dato di esperienza ma opera su piano astratto
• La realtà non è più la fonte degli atti di conoscenza ma una delle manifestazioni del possibile. Può dunque pensare agli ideali, ai valori, al futuro.
• È in grado di compiere induzioni e deduzioni, cioè stabilire le regole appropriate tra fatti e regole generali
• “Marco è più alto di Paolo, Paolo è più alto di Andrea. Chi è il più alto?”
• Il bambino è in grado di sviluppare un ragionamento ipotetico-deduttivo, probabilistico
• Il bambino riesce a gestire concetti legati a: l’infinito, il luogo geometrico, l’algebra

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Pubblicato da Silvana Santospirito

Temi e teorie interessanti di ambito psicologico.

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