Lavorando sulle anatre Lorenz formulò la teoria dell’imprinting. L’imprinting ha luogo quando un piccolo riceve le cure e l’affetto di una madre diversa da quella biologica, anche se questa madre sostitutiva appartiene a una specie diversa. Fu così che Lorenz si propose come madre “sostitutiva” per molte piccole anatre e si accorse che esse si attaccavano effettivamente a lui come avrebbero fatto con la propria madre.
Secondo questa teoria di Lorenz i giovani animali hanno un meccanismo innato per arrivare a conclusioni incrollabili. Per esempio, un papero appena nato adotta come sua “madre” il primo oggetto in movimento che gli capita davanti agli occhi. Per quanto riguarda l’imprinting di Lorenz possiamo individuare cinque punti importanti della teoria:
- Esso è un processo, non l’unico, per osservazione
- Il problema risolto sotto lo stimolo dell’osservazione è innato; il papero, cioè, è geneticamente condizionato a guardare fuori in cerca della madre e si aspetta di vedere la propria madre
- anche la teoria o aspettazione che risolve il problema è, in una certa misura innata o geneticamente condizionata
- il processo di apprendimento è non-ripetitivo, benché possa richiedere un certo periodo di tempo
- l’imprinting è un processo di apprendimento irreversibile, cioè non è soggetto a correzione o revisione
Il concetto di imprinting venne utilizzato da Lorenz a partire dal 1935. Di questo fenomeno così sorprendente e radicato nella mente dei pulcini lo scienziato austriaco studiò i minimi dettagli. L’imprinting è, quindi, un meccanismo di apprendimento rapido di comportamenti ancestrali. Questi comportamenti servono a salvaguardare la sopravvivenza dell’individuo.
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