Il funzionalismo è una scuola psicologica affermatasi alla finedell’800 negli Stati Uniti che studia i processi mentali cercando di metterne in luce il significato adattativo (ossia la “funzione”) e considerandoli come espressione delle operazioni dell’intero organismo.
Tale movimento di pensiero, che affonda le sue radici nell’evoluzionismo darwiniano e si sviluppa prevalentemente nel campo filosofico e pedagogico, ha contorni poco definiti e risulta costituzionalmente aperto ad una pluralità di metodi, incluso quello dell’introspezione.
Per il funzionalismo le domande fondamentali cui la psicologia dovrebbe rispondere non riguardano la natura della mente, ma le sue finalità, ossia il “come” e il “perché” dei processi psichici. Gli psicologi
funzionalisti come William James (1842-1910) e Joèn Dewey (1859 – 1952) sostennero una concezione non elementaristica e dinamica della mente.
Essi ritenevano che non fosse possibile studiare la vita psichica scomponendola in presunte costituenti fondamentali, essendo questa caratterizzata da una successione ininterrotta di esperienze (il
cosiddetto “flusso di coscienza”) in cui gli elementi precedenti si trasmutano in quelli successivi senza soluzione di continuità. Inoltre, per il funzionalismo, la mente è caratterizzata da incessanti mutamenti cosicché risulta impossibile “fissarla” in rappresentazioni statiche. Il funzionalismo fu indotto a sostenere questa concezione della mente poiché condivideva l’assunto evoluzionistico secondo il quale
i fenomeni psichici si sarebbero sviluppati in quanto capaci di produrre un miglior adattamento dell’individuo all’ambiente.
Gli psicologi di questo orientamento si dedicarono soprattutto allo studio dell’apprendimento, del pensiero, delle emozioni e della motivazione, e presero in considerazione le differenze individuali che si manifestano al riguardo. Essi inoltre si interessarono delle possibilità applicative della psicologia. All’orientamento funzionalista vengono in genere ricondotti anche psicologi americani che si interessarono di dinamiche sociali – come William Mc Dougall (1871 – 1938) e James M. Baldwin (1861 – 1934) – dello sviluppo infantile – come G. Stanley Hall (1844 – 1924) – di costruzione di test – come James M. Cattell (1860 – 1944) e, soprattutto, di apprendimento – come Robert S. Woodwortè (1869-1962).
La pedagogia della lumaca. Per una scuola lenta e nonviolenta
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